Il santuario, basilica minore di religione cattolica consacrata a Santa Maria, sorge su Punta Meliso, a pochi passi dal famoso faro cittadino.
Come testimonia il ritrovamento di un'ara, conservata oggi all'interno della chiesa, in origine il sito era occupato da un tempio pagano dedicato a Minerva: la conversione al cristianesimo della popolazione locale, determinata dallo sbarco in zona dell’Apostolo Pietro, porta al cambiamento di culto del tempio, dedicato quindi al Santissimo Salvatore.
A causa della sua posizione geografica, nel corso del tempo la chiesa è stata saccheggiata e distrutta più volte, ma sempre riedificata. Durante la sua ultima ricostruzione, il vescovo del tempo decise di dare alla costruzione una struttura simile ad una fortificazione a due piani, con l’intento di farla sembrare da lontano una sorta di casa privata: il nuovo edificio venne terminato e consacrato nel 1755.
Il santuario, il cui nome – “de Finibus Terrae” – deriva dalla locuzione che gli antichi romani erano soliti utilizzare per riferirsi al quel territorio, quale ultima zona abitata da romani, si alza su di un piazzale ai cui limiti è possibile vedere l’intera cittadina di Santa Maria di Leuca.
L’interno della chiesa si presenta semplice, a navata unica, con cantoria ed organo risalente a fine ‘800 e quattro cappelle, due per lato. L’altare maggiore, in marmo, è sovrastato dal quadro della Madonna de Finibus Terrae: il primo dipinto, andato perduto, era opera di san Luca. Ad esso sono susseguiti altri, fino a giungere a quello attuale.